domenica 9 agosto 2009

Il Tempo 7.8.09
“Il feto non può provare affetti il neonato sì”
Di Carlo Patrignani
(Agi)
Tutte le risposte del feto alle varie stimolazioni, come rumori e suoni, cui viene sottoposto a scopi sperimentali, sono tutte riconducibili solo a riflessi neurologici sottocorticali, in quanto la sua neurofisiologia è sostanzialmente differente da quella del neonato: il feto sia che muova una gamba o le braccia, lo fa solo per un riflesso neurologico, senza alcun contenuto affettivo. A parlare è la neonatologa dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, Maria Gabriella Gatti, rimasta ‘molto colpita e perplessa’ di fronte ai risultati di un recente studio uscito sulla rivista 'Child Devolopment', a cura di un gruppo di ricercatori olandesi dell'Universita' di Maastricht, in base al quale il feto sarebbe in grado di 'memorizzare', dalla 30esima settimana di gestazione, uno stimolo esterno e con ciò di ricordare e quindi, ‘prima di nascere’, prenderebbero forma i ricordi. Così almeno si è letto circa i risultati dello studio: il punto è se la paternità dei risultati è dei ricercatori o se invece essi siano frutto di libere interpretazioni. Forse è più reale la seconda, che la prima ipotesi. Perché? "Ormai i più importanti studiosi di neonatologia - sostiene infatti la Gatti - concordano nel ritenere che la corteccia cerebrale sia deconnessa per la presenza di neurormoni con effetto inibitorio. Non solo in utero, ma anche nel passaggio del canale del parto, nonostante la compressione fortissima, non ci sono modificazioni elettroencefalografiche, come riportato da M.I.Levene in 'Fetal And Neonatal Neurology'. Ed il fenomeno dell'abituazione – nota ancora - cioè la modificazione dell'intensità del riflesso in seguito alla ripetizione del medesimo stimolo, è un fenomeno sottocorticale che non ha niente a che vedere con l'apprendimento, che richiederebbe la sincronizzazione e la cooperazione di molteplici aree cerebrali". Tradotto vuol dire che, secondo gli studi acquisiti, il feto reagirebbe ad ogni stimolo esterno per riflessi neurologici sottocorticali: sarebbe, nel pancione della mamma, ‘esistente’ ma non ‘vivo’. Tant’è che una compressione come quella che subisce il feto nel passaggio del canale del parto, sarebbe insopportabile se non letale per un adulto! "Le fasi Rem e Nrem che si delineano nel feto verso la 28esima settimana (lo dimostrano Spitzer White in 'Sleei And Brain Development - Clincis Perinatology') hanno - precisa la Gatti - la sola funzione di favorire la maturazione strutturale del cervello e la cosiddetta sinaptogenesi: la morfologia Rem e Nrem è specie specifica e diversa da individuo a individuo, quindi è del tutto arbitrario qualsiasi accostamento tra l'essere umano e l'animale". Bisogna attendere la nascita insomma per parlare di reazione ad uno stimolo che non sia riflesso neurologico sottocorticale? "Sì ci vuole la nascita per parlare di vita o meglio di vita umana - conclude la Gatti - quando, per reazione allo stimolo luminoso, attraverso la retina si attiva la corteccia cerebrale fino ad allora inibita e inizia la vita psichica, il pensiero ed una creatività legata alla memoria ed alla formazione delle immagini, come ha teorizzato lo psichiatra Massimo Fagioli".
(Il testo per come apparso pubblicato sulle pagine del quotidiano romano era privo dell'ultima frase: "come ha teorizzato lo psichiatra Massimo Fagioli".