domenica 20 novembre 2016

Pagina 99 19.11.2016
l’Italia che non sa istruire i migranti
Ritardi | Siamo il fanalino di
coda nell’educazione terziaria
dei nati all’estero. Lo dice un
rapporto della Commissione Ue
di Silvia Kuna Ballero

L’intensificarsi del fenomeno dei migranti in Italia porta con sé anche il problema della loro scarsa scolarizzazione. Secondo il recente rapporto della Commissione Europea, in Italia nel 2015 solo il 14,4% dei nati all’estero (tra i 30 e i 34 anni) ha conseguito un diploma d’istruzione terziaria (laurea o formazione professionale); in crescita rispetto al 2012 (11,4%), ma sempre in coda all’Europa. Della scolarizzazione degli immigrati si occupano i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (Cpia) che nel 2014 hanno sostituito i Centri Territoriali Permanenti (Ctp). I Cpia erogano corsi per l’alfabetizzazione, il conseguimento della licenza media e l’inserimento in scuole superiori per studenti di qualunque nazionalità che abbiano compiuto i 16 anni. Oggi il territorio italiano conta 126 sedi, a cui afferiscono circa 1.800 plessi distaccati. Secondo il professor Emilio Porcaro, dirigente del Cpia di Bologna, la transizione è stata positiva: «Mentre i Ctp erano un’attività a latere delle scuole, ora disponiamo di istituti con un proprio dirigente scolastico e un’organizzazione autonoma destinata unicamente all’utenza adulta e carceraria». Di certo non mancano le criticità. Secondo Porcaro «il problema principale è logistico. Avremmo bisogno di edifici dedicati, che conferiscano un’identità ai centri, anziché di spazi ricavati in altre scuole. Occorrono inoltre insegnanti formati nella didattica per competenze in un pubblico adulto, eterogeneo, perlopiù straniero». Gli immigrati costituiscono infatti oltre il 70% degli studenti. «Man mano che i docenti con esperienza dei Ctp vanno in pensione, i nuovi arrivati, spesso precari, si trovano di fronte a una realtà a cui non sono preparati. Per non parlare dell’educazione carceraria, che richiede una consapevolezza particolare». Anche le nuove tecnologie sono fondamentali in questo ambito: «Poiché non adottiamo libri di testo, è importante dotarsi di una lavagna interattiva multimediale connessa a Internet. A Bologna tutte le classi dispongono di una Lim, altrove purtroppo non è così », spiega Porcaro. Il monitoraggio nazionale è ancora in corso, ma si parla di numeri in crescita. «Nel 2015, 370 nostri alunni hanno conseguito la licenza media, quest’anno sono stati 420. Riceviamo oltre duemila iscrizioni all’anno, numeri superiori a quelli dell’istruzione mattutina». E il tasso di abbandono? «Circa uno studente su tre non conclude il percorso, ma il dato va contestualizzato », precisa il dirigente del Cpia bolognese. «Alcuni immigrati non proseguono perché sono trasferiti in un’altra comunità, e un discorso analogo vale per i carcerati».