sabato 1 luglio 2017

internazionale 8.7.17 
Le opinioni
L’Europa non può ignorare la repressione cinese
di Natalie Nougayrède

I l 7 e l’8 luglio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping saranno in Europa per partecipare al G20 di Amburgo. Tra i due leader, il più contestato sarà probabilmente Trump. Quale sarà invece l’atteggiamento verso Xi Jinping, in un momento in cui il governo cinese sta impedendo al premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, malato di cancro, di andare all’estero per curarsi? Un comportamento del genere dovrebbe provocare una forte reazione. Amburgo è un’occasione unica per aiutare un dissidente e difendere i diritti umani. I manifestanti che si preparano a protestare contro Trump sventoleranno anche degli striscioni con la scritta “Liberate Liu”? Liu Xiaobo è un simbolo della lotta per la dignità e i diritti umani in tutto il mondo, non solo nel suo paese. È malato e sta morendo. I suoi amici dichiarano che vuole andarsene dalla Cina insieme alla moglie. Finora il governo di Pechino glielo ha impedito, trattandolo da criminale, e sta facendo in modo che tutti si dimentichino di lui. È così che funzionano le dittature. Angela Merkel, la padrona di casa del vertice che si terrà nella città dov’è nata, ha chiarito che la sua priorità sarà discutere con Trump di cambiamenti climatici, accordi commerciali e patti multilaterali. “Chi pensa di poter risolvere i problemi di questo mondo con l’isolazionismo e il protezionismo, si sbaglia di grosso”, ha avvertito la cancelliera, che si è chiesta anche quale sarà il ruolo dell’Europa nei prossimi anni. Non ha detto molto però su Liu Xiaobo. Si potrebbe provare a spiegare tutto con il cinismo del governo tedesco: la Cina è un partner economico importante per la Germania e la sua influenza politica aumenta con ogni investimento in altri paesi europei. Il discorso non vale solo per Berlino: lo dimostra il fatto che a giugno, durante un vertice delle Nazioni Unite, la Grecia ha votato contro una richiesta di condanna nei confronti della Cina per le violazioni dei diritti umani. In gioco c’è anche una questione diplomatica più ampia: Pechino può aiutare l’Europa a contrastare le posizioni di Trump sul clima e sugli accordi commerciali e sta sfruttando al meglio la richiesta di cooperazione da parte di Bruxelles, come dimostrano gli applausi ricevuti da Xi Jinping dopo il suo discorso al Forum economico mondiale di Davos. Negli ultimi tempi l’Europa sente di avere il vento in poppa e vuole mostrarsi più fiduciosa. Per questo i suoi leader sostengono che, con Trump alla Casa Bianca, bisogna concentrarsi su un’idea aperta del mondo, dove i diritti individuali vengono protetti. È quello che vogliono anche i cittadini europei: i politici che simpatizzano per leader autoritari come Vladimir Putin – un alleato internazionale della Cina – non sono andati bene alle recenti elezioni. In questo contesto, sul caso di Liu Xiaobo l’Europa dovrebbe esprimersi in modo più chiaro. Liu è stato imprigionato perché era uno degli autori di Charter 08, un manifesto politico del 2008 sottoscritto da un gruppo di intellettuali che chiedeva più libertà in Cina, ispirandosi ai dissidenti nei paesi comunisti dell’Europa orientale. In un’epoca in cui la democrazia fa dei passi indietro nell’Europa dell’est, una difesa convinta di Liu aiuterebbe a rafforzare l’impegno dell’Unione europea verso i propri valori. L’Unione europea ha anche un’altra responsabilità: come Liu, ha ricevuto il Nobel per la pace nel 2012 per aver difeso “la pace, la democrazia e i diritti umani”. Purtroppo, mentre il destino del dissidente cinese resta in sospeso, il sostegno nei suoi confronti da parte delle istituzioni europee è scarso. La Francia ha detto che sarebbe felice di accoglierlo. I diplomatici europei a Pechino seguono da vicino la situazione. Ma per quanto possano essere nobili queste iniziative, non sottolineano abbastanza il valore della posta in gioco. Per i governi europei è arrivato il momento di mostrare un po’ di solidarietà sulla questione dei diritti umani, non solo sul clima e sul commercio. È arrivato il momento di fare i nomi. Se il presidente Xi Jinping arriverà alla fine di questo vertice senza ricevere pressioni sulla liberazione di Liu Xiaobo, il modello di stato illiberale che promuove potrà solo essere rafforzato. Prendere di mira Donald Trump è una cosa comprensibile, ma il sistema democratico statunitense probabilmente un giorno riuscirà ad avere la meglio su di lui. La Cina invece, come sanno bene i dissidenti di Hong Kong, non ha un simile sistema di pesi e contrappesi. Gli attivisti per i diritti umani cinesi possono contare solo sul proprio coraggio e sul sostegno da parte del mondo esterno. Se volete protestare ad Amburgo, pensate a Liu Xiaobo. È questo il momento di agire, di far vedere che avete a cuore la lotta di un uomo contro l’impunità di un regime. Non sarebbe in nome di un “imperialismo occidentale”, ma del potere del popolo. Ricordatevi l’uomo che nel 1989 si mise davanti a una colonna di carri armati in piazza Tiananmen. Liu non è diverso da quell’uomo. u f L’Europa non può ignorare la repressione cinese.
NATALIE NOUGAYRÈDE è una giornalista francese. È stata corrispondente di Libération e della Bbc dalla Cecoslovacchia e dal Caucaso e ha diretto Le Monde dal 2013 al 2014. Scrive questa column per il Guardian
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CONTROLLO
In Cina il volto non ti appartiene

A Pechino c’è un ristorante Kfc che dà ai clienti consigli sul menù da ordinare in base a sesso ed età. Se credete che qualcuno sia incaricato di squadrare le persone all’ingresso, siete fuori strada: è tutto automatico, grazie a un sistema di telecamere per scansionare i volti. Altri ristoranti e negozi lo utilizzano per riconoscere i clienti e, addirittura, salutarli chiamandoli per nome. Baidu, il più grande motore di ricerca cinese, sta sviluppando uno strumento che permetta ai cittadini di prendere un treno senza fare il biglietto ma solo lasciandosi scansionare il viso. Alipay, una delle principali app per effettuare pagamenti, permette di usare come credenziali unicamente la faccia. A rendere possibile tutto questo sono tecnologie di intelligenza artificiale e apprendimento automatico (machine learning) che, collegate a una telecamera, possono tracciare i lineamenti facciali di un individuo e ricavare informazioni come sesso, età, umore. In Cina sono sempre più usate, perché così vuole il governo. L’obiettivo è attivare entro il 2020 un sistema di “credito sociale”, che dia a ogni cittadino un punteggio in base ai suoi comportamenti. «Queste misure di sicurezza appaiono nei film americani»,ha detto Xie Yinan, della startup Megvii Technology Inc. «Ma in Cina sono già effettivamente utilizzate nella vita reale».
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lasciate che la Cina si sfami per prima
Land grabbing | La Repubblica popolare ospita il 22% della popolazione mondiale ma ha solo il 7% delle terre arabili. E il boom economico ne ha moltiplicato l’appetito. Così ha iniziato a comprare terreni all’estero. Ma resterà abbastanza cibo anche per gli altri?
di Cecilia Attanasio Ghezzi

Il Paese più popoloso, la seconda economia del mondo. La nazione che in poco più di vent’anni è riuscita a sollevare 600 milioni di persone dalla soglia di povertà. Tutti record che si sono attribuiti alla Cina e che negli ultimi anni abbiamo sentito ripetere sempre più spesso senza mai soffermarci su un aspetto. Per i cinesi l’improvvisa crescita economica ha significato soprattutto una cosa: mangiare, tutti e meglio. Ma se per sfamare noi occidentali si stima serva un acro a persona, la Cina ne ha appena 0,2 per ognuno dei suoi cittadini. Se ne deduce che le sconfinate piane della Repubblica popolare non sono assolutamente più sufficienti.
• La terra non basta più
Il quadro generale è il seguente. Il Paese ospita il 22 per cento della popolazione mondiale ma possiede appena il 7 per cento delle sue terre arabili: 335 milioni di ettari. Il dato è ancora più preoccupante se si considera che, secondo le statistiche ufficiali, il 40 per cento di quelle terre è ormai reso inservibile dall’erosione del suolo, dalla deforestazione e dall’inquinamento. Pesticidi e metalli pesanti hanno ormai irrimediabilmente compromesso un quinto delle terre coltivabili, il 90 per cento delle falde acquifere in prossimità delle metropoli e il 70 per cento dei fiumi e dei laghi.
• Campagna acquisti all’estero
Se dagli anni Novanta in poi il governo ha sempre spinto per un’agricoltura intensiva che incrementasse la produzione e i proventi, oggi la Repubblica popolare si trova costretta a ripensare l’intero sistema. L’anno scorso il ministero dell’Agricoltura ha pubblicato una lista di 50 nuove politiche della terra che prevedono il ritorno degli agricoltori specializzati, delle cooperative agricole e degli appezzamenti di terra gestiti su scala famigliare. Ma certamente non è abbastanza. È per questo che fin dalla metà degli anni Duemila la Cina prende in affitto o compra appezzamenti all’estero all’estero. Ha cominciato nei Paesi limitrofi come il Laos e la Cambogia, velocemente si è allargata in Africa e in Sud America fino ad arrivare ad acquisire le terre poco popolate della Russia orientale, dell’Ucraina e deKazakistan. E non è solo land grabbing. In Africa, per esempio, la Cina sta investendo anche in centri di ricerca mirati a migliorare i raccolti e a ottimizzare le risorse. Ormai produce – su terre non sue – granaglie, soia e carne da macello.
• Importazioni record di cibo
Nel frattempo è cresciuto vertiginosamente anche il cibo importato passando dal 5,4 per cento del 2000 al 21 per cento del 2015. Si tratta di oltre 48 miliardi di dollari, ovvero più di quanto non facciano, assieme, i quattro Paesi che la seguono nella classifica: Germania, Stati Uniti, Giappone e Olanda. E la domanda continua a salire. Nei primi quattro mesi di quest’anno si è già registrato un incremento del 17 per cento rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Per quanto riguarda la carne di maiale, poi, la Cina consuma addirittura la metà dell’intera produzione mondiale.
• Pance piene, silos vuoti
Oggi le metropoli dell’ex Impero di mezzo sono gonfie di generi alimentari e i ristoranti sempre pieni. Si è arrivati al punto che finire tutto quello che si ha nel piatto è considerato sconveniente, sintomo di quella fame perenne che i più vogliono mostrare di essersi lasciati alle spalle per sempre. Non va dimenticato che tra il 1959 e il 1961, durante la grande carestia conseguita al fallimentare Grande balzo in avanti di Mao Zadong – per la propaganda locale «i tre anni di catastrofi naturali» – sono morti tra i 15 e 45 milioni di cinesi. E che, ancora fino agli anni Ottanta, il cibo nel Paese era razionato. In città ci si nutriva quasi esclusivamente di riso e verza, si pagava con i mianpiao, una sorta di tessera annonaria, e si mangiava carne solo in occasioni speciali. Spesso appena una volta l’anno, quando si festeggiava il Capodanno lunare.
• Il vero balzo in avanti
Ma con le politiche di riforma e apertura è cambiato tutto. Tra il 1985 e il 2005 il consumo di carne è quadruplicato, e si stima continuerà a crescere ancora del 35 per cento entro il 2020. Inoltre, il palato si sta abituando a sapori differenti da quelli tradizionali. Crescono i consumi di caffè, spezie, olio d’oliva, verdure e frutti esotici. Nel 2013, appena nominato presidente, Xi Jinping aveva immediatamente segnalato il problema. «Se la Cina vuole continuare a crescere -, disse, - deve prima risolvere il problema di approvvigionamento per la sua popolazione di 1,3 miliardi di abitanti». Gli investimenti sono seguiti a pioggia. E ora è il resto del mondo che deve preoccuparsi. Resterà abbastanza cibo per tutti gli altri?
@AhQjingshen
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Al Pd non serve Corbyn serve un ’anima
Elezioni | Il segretario Labour, Sanders, Mélenchon, Klaver.
Leader diversi, una storia comune: i giovani sono tornati a votare a sinistra. In Italia no. Una sconfitta che si spiega con due parole: lavoro e ideali
di Gabriella Colarusso

«Il comunismo è cool? Chiedetelo a un millennial», ironizzava qualche settimana fa il Wall Street Journal, dopo che Jeremy Corbyn aveva sorpreso tutti portando il Labour a 261 seggi nel Parlamento inglese, +31, grazie al voto degli under 35. Escludendo nostalgie sovietiche dei giovani britannici, il fenomeno Corbyn racconta una tendenza in corso in diversi Paesi occidentali: i millennial hanno (ri)cominciato a votare per la sinistra. Bernie Sanders contro Hillary Clinton alle primarie del partito democratico americano (e poi Hillary contro Trump); l’ex trotzkista Jean-Luc Mélenchon in Francia, cioè un vecchio uomo di partito al posto dell’ostentatamente giovane Macron; il Green Left Party dell’europeista Jesse Klaver in Olanda, un 30enne di papà marocchino e madre di origini indonesiane, ecologista convinto, che ha scelto come colonna sonora della sua campagna elettorale I Gotta Feeling dei Black Eyed Peas e organizzava comizi nei locali, un paio di volte aperti dal rap di una band di profughi siriani. Leader diversi tra loro ma che hanno impostato la loro narrazione politica su un elemento comune: la radicalità delle proposte e la chiarezza delle scelte. L’Italia, in questo quadro, fa eccezione, come raccontano i dati elaborati dall’Istituto Cattaneo per pagina99. Dal 2013 in poi, i 18-35enni hanno progressivamente abbandonato la sinistra e i partiti tradizionali, il Pd in maniera più consistente ma anche Forza Italia, preferendo il format post-partitico del Movimento 5 stelle. Neppure la sinistra radicale o la Lega Nord sono riusciti a fermare l’emorragia. L’ascesa a Palazzo Chigi di Matteo Renzi sembrava aver invertito la tendenza, almeno per i democratici: il Pd raccolse alle europee del 2014 il 23% dei voti tra i 18-34enni, il 7% in più rispetto alle politiche dell’anno precedente. È durata poco. Con il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 sono stati gli under 35 a rottamare Renzi: una valanga di no, più del 63%. Cosa è successo? Una premessa per capire in che contesto ci muoviamo: non è vero che i millennial non votano più o votano sempre meno. La retorica sul disimpegno giovanile rispetto alla partecipazione politica non trova riscontro nella realtà. L’astensione tra i 18-35enni è diminuita tra il 2013 e il 2014, e anche le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto confermano la tendenza, non solo italiana. «È un dato che ritorna in tutta Europa», ci dice Marco Valbruzzi, analista dell’Istituto Cattaneo. «La crisi del 2008 ha prodotto una serie di movimenti, da Occupy Wall Street a Podemos in Spagna, che sono riusciti a stimolare la voglia di partecipazione dei giovani. Anche in Italia si è alzato questo vento», la speranza di un cambiamento nelle politiche seguite fino al crollo di Wall Street, «sul mercato elettorale c’era una disponibilità a mettersi in gioco ma è stata raccolta dal Movimento 5 stelle, il partito meno partito che c’è nel sistema politico italiano». Non si tratta di ribellismo, non solo almeno, ma della capacità di proporre una forma di partecipazione diversa «da quelle tipiche del Novecento». Il post-partitismo è un punto di forza del Movimento 5 stelle e la mancanza di democrazia interna non sembra scalfire la fiducia concessa ai grillini dall’elettorato giovane. Poi ci sono le idee, ma anche su questo piano la creatura di Casaleggio pare non scontare le incoerenze programmatiche o i passi falsi nell’amministrazione delle città. «Il M5s non ha tematiche particolari ma alcune idealità forti, riconoscibili, la prima è quella dell’onestà, mentre gli altri partiti che storicamente si contendevano il voto giovanile hanno perso in idealità e identità, sono diventati ideologicamente opachi soprattutto tra il 2011 e il 2013 quando Pd e Forza Italia hanno governato insieme nell’esecutivo Monti», dice Valbruzzi. Progetti chiari, scelte nette, radicalità fanno presa su una generazione cresciuta con molti miti e nessun Dio. Vale per tutte le culture politiche, anche quelle opposte al Movimento 5 stelle. Non a caso, fa notare il ricercatore, c’è anche «una componente di millennial che vota Scelta Civica, una formazione che ha una idealità diversa da quella dei grillini, europeista, ma ce l’ha». Fondamentali sono poi le ragioni sociali ed economiche che hanno portato i 18-35enni ad allontanarsi dai partiti tradizionali e dal Pd, il cui leader sembrava poterne rappresentare le istanze meglio di altri. Il lavoro è forse la principale. Renzi è arrivato a Palazzo Chigi con un’agenda per l’occupazione nelle intenzioni pro Millennial «ma i risultati raggiunti con gli interventi sul mercato del lavoro hanno deluso le aspettative». È cresciuta soprattutto l’occupazione dei 50-55enni, i dati su quella giovanile sono stagnanti o sono in decrescita, e la qualità del lavoro che c’è è fatta in grossa parte di lavoretti, occupazioni temporanee o sottopagate. Il problema non è certo solo italiano.
Uno studio di Eurofund del 2012 calcolava che il 45% dei giovani europei tra i 15 e i 29 anni è impegnato in lavori temporanei. In Gran Bretagna, un mercato del lavoro da tempo liberalizzato, si stima che oltre 1 milione di persone siano “occupate” nella Gig Economy, l’economia dei lavoretti, a chiamata e senza un salario fisso. Martin Wolf, uno dei più autorevoli commentatori economici del Financial Times, ha provato a indagare le cause della protesta populista esplosa in Europa e negli Stati Uniti e che secondo l’analista è stata solo parzialmente contenuta nelle ultime tornate elettorali, dalla Francia all’Olanda. Wolf contesta l’idea che a bruciare le polveri della rabbia siano stati solo fattori culturali, come la reazione dei maschi bianchi ai cambiamenti demografici e alla pressione migratoria. Il populismo, categoria nella quale inserisce anche il Movimento 5 Stelle, è figlio soprattutto della crisi del 2008, sostiene, i cui effetti non stati capiti fino in fondo dalle élite politiche. Gli indicatori economici di lungo periodo – «come il calo dell’occupazione nel settore manifatturiero, la globalizzazione delle catene logistiche, l’immigrazione, la disuguaglianza, la disoccupazione e la partecipazione alla forza lavoro» – scrive Wolf, mostrano che l’Italia, insieme con la Spagna, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti è stata una delle economie più colpite dal crollo del 2009. Diseguaglianza e mancanza di lavoro sono fenomeni tutt’ora in essere. La sfida per le élite occidentali sarà trovare risposte efficaci al declino delle working class. Su questo si giocherà il futuro dei millennial e anche della sinistra.
SULLA STAMPA DI MERCOLEDI 05.07.17

Corriere 5.7.17
Cuba, riaprono le case dell’amore Motel a ore per tutte le tasche
di Sara Gandolfi
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Il Fatto 5.7.17
Inps, Boeri: “Chiudere frontiere agli immigrati? Costa 38 miliardi e distrugge nostro sistema di protezione sociale”
Il presidente dell'istituto di previdenza, nella relazione annuale al Parlamento, sottolinea l'urgenza di un salario minimo. E chiude al possibile stop nel 2019 dell’adeguamento all’aspettativa di vita per la pensione di vecchiaia: "Non è una misura a favore dei giovani", i costi si "scaricherebbero sui nostri figli e sui figli dei nostri figli"
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il manifesto 5.7.17
Inps: «Immigrati essenziali per il nostro Stato sociale»
Il rapporto annuale . Il presidente Boeri dice no alla chiusura delle frontiere: creerebbe un buco di 38 miliardi. Sì al salario minimo fissato dalla legge. Cambiare i contratti a termine, squilibrati a favore dell’impresa
di Antonio Sciotto
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il manifesto 5.7.17
Per i migranti l’alternativa c’è
di Luigi Manconi
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La Stampa 5.7.17
Professori assunti in anticipo, cattedre assegnate in estate
Dopo le polemiche dell’anno scorso l’impegno del ministro Fedeli: “Alla prima campanella tutte le classi avranno i loro insegnanti”
di Flavia Amabile
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Repubblica 5.7.17
Massimo Bray, ex ministro della cultura“Troppi errori, la sinistra torni a parlare a chi non le crede più”
di Mauro Favale
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Repubblica 5.7.17
“Caso Alpi, impossibile arrivare alla verità”
La procura di Roma chiede l’archivazione dell’indagine: nessuna prova per risalire a killer e movente La rabbia della madre a 23 anni dall’omicidio della figlia: è una vergogna, non credo più nella giustizia
di Daniele Mastrogiacomo
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La Stampa 5.7.17
L’India guarda a Israele per un patto su sicurezza e nuove tecnologie
Modi primo leader di Delhi nello Stato ebraico
di Giordano Stabile
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La Stampa 5.7.17
Gerusalemme, un museo multimediale per camminare fra le radici del cristianesimo
Aperto al pubblico il primo nucleo presso il Monastero della Flagellazione
di Lea Luzzati
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La Stampa 5.7.17
Tanta voglia di imperialismo
Mario Liverani racconta gli esordi della politica di potenza in Assiria Il suo saggio suggerisce il confronto col presente: dagli Usa al Califfato, non si tratta più di dividere ma di unificare e imperare
di Domenico Quirico
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La Stampa 5.7.17
“C’è un altro mondo oltre quello noto. Ecco come lo troveremo”
La scoperta del bosone di Higgs è una fine e un inizio Ora si apre l’era avventurosa della “Nuova Fisica”
di Gabriele Beccaria
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La Stampa 5.7.17
I nostri passi nella Terra Incognita della materia oscura e dei neutrini
Gli esperimenti dal Gran Sasso all’Antartide, passando per Chicago “Tanti indizi ci svelano che non tutto finisce con il Modello Standard”
di Nicla Panciera
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Corriere 5.7.17
Stephen Hawking:
«Piogge acide, temperature di 250° La Terra diventerà come Venere»
di Giovanni Caprara
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Repubblica 5.7.17
“Non c’è cosa più nemica della natura che l’arida geometria”, sosteneva il poeta
Ecco svelata la sua relazione controversa con i numeri
Leopardi bocciato all esame di matematica
di Piergiorgio Odifreddi
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SULLA STAMPA DI VENERDI 07.07.17

La Stampa 7.7.17
“Meglio le bambole e i fumetti”
Così i giapponesi dicono addio al sesso
Aumentano i giovani che non hanno rapporti. Astinenza anche nelle coppie
di Carlo Pizzati
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La Stampa 7.7.17
Dimenticata a un anno in auto dalla mamma
Una bambina di un anno è stata dimenticata in auto dalla madre, ieri mattina vicino alla fermata della metropolitana Bisceglie, a Milano. Ad accorgersene, l’addetto dell’Atm al parcheggio esterno della metro che ha chiamato la polizia. L’agente giunto sul posto ha rotto il vetro con un estintore, portando in salvo la piccola, che sarebbe rimasta chiusa dentro l’auto per un’ora ma ha subìto un forte trauma per l’alta temperatura che si era creata nell’abitacolo. È stata portata all’ospedale San Carlo ma non è in pericolo di vita.
La madre, 38 anni, l’avrebbe dimenticata dentro e poi sarebbe scesa per prendere la metropolitana e andare a lavoro. Si tratterebbe di un episodio dovuto alla sindrome da «Burn out», vale a dire uno stress eccessivo che provoca degli improvvisi vuoti di memoria. La donna avrebbe, infatti, raccontato di aver rimosso gli attimi precedenti alla sua discesa dall’auto per andare a prendere la metropolitana e recarsi al lavoro e di essersi completamente dimenticata che la figlia era insieme a lei nell’abitacolo. Raggiunta dalla notizia proprio sul luogo di lavoro, è rimasta scioccata. Anche lei è stata portata al San Carlo, dove era già arrivata la bimba, e ricoverata. Sotto choc anche il padre.

il manifesto 7.7.17
Stefano Rodotà, l’urgenza del conflitto
Il ricordo. Ritratto del grande giurista da poco scomparso e la storia della Rivista critica del diritto privato: "Non aveva intenzione di celare il conflitto in corso o tentare di sminuirlo. Ma rifuggiva anche dalla retorica e da toni da comizio"
di Maria Rosaria Marella
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il manifesto 7.7.17

Pietro Ingrao: poesia atto cognitivo
di Alberto Olivetti
qui

La Stampa 7.7.17

Minoranza dem maltrattata
Ma il ribaltone non è possibile
di Marcello Sorgi
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il manifesto 7.7.17
Una leadership sotto attacco nel Pd, divisiva tra gli elettori
Renzismo. Per non accontentarsi di cavalcarne la crisi, alle forze della sinistra plurale serve costruire un'apertura programmatica capace di invertire la rotta
di Michele Prospero
qui

La Stampa 7.7.17
Renzi-Franceschini, lite sulle alleanze
Il segretario in direzione: ognuno vada dove vuole andare. Orlando non vota la relazione
di Andrea Carugati
qui

Il Fatto 7.7.17

Franceschini-Catilina: via Renzi se salta la Sicilia
Il ministro e Orlando in Direzione contro il segretario. E preparano la congiura
di Wanda Marra
qui

La Stampa 7.7.17

La linea dura di Matteo contro i nemici
di Federico Geremicca
qui

Repubblica 7.7.17

Pd, duello Renzi-Franceschini “Alleanze? Io parlo ai cittadini” “Ma se restiamo soli perdiamo”
Scontro in direzione. Il leader: “Andate dove volete, non rispondo ai capicorrente”. A Orlando: “Io voglio aiutare noi, non Pisapia”
di Giovanna Casadio
qui

Repubblica 7.7.17
L’ex segretario non arretra e spera di allargare i consensi anche tra i renziani. “Parlare di lavoro è giusto, ma se non vinciamo governeranno altri”
Il ministro guida il dissenso “Idee diverse, io vado avanti”
di Goffredo De Marchis
qui

Repubblica 7.7.17
Il treno metafora del nuovo plebiscito
di Stefano Folli
qui

Il Fatto 7.7.17

Cari lettori, su Renzi è solo colpa vostra
di Andrea Scanzi
qui

Il Fatto 7.7.17

L’Ue: “Triton non si cambia”, approdi solo in porti d’Italia
Il protocollo operativo della missione internazionale stabilito già nel 2014
di Giampiero Calapà
qui

il manifesto 7.7.17

Amnesty: «Sconsiderato finanziare i guardiacoste libici»
Migranti in trappola. Il portavoce di Haftar: i gommoni partono dai porti controllati dal governo Serraj finanziato dall'Italia
di Rachele Gonnelli
qui

il manifesto 7.7.17
Il disastro dell’Europa «a due farse»
Unione europea. Dalla farsa sulla «solidarietà» a quella neocoloniale: il «Piano Merkel» vuol dire aiuti, sostegno vero, soccorso e riparazioni alle malefatte della nostra economia di rapina? No, stesso ed eguale coinvolgimento degli organismi finanziari internazionali che elargiscono fondi al Continente africano solo in cambio di ulteriori cessioni di sovranità
di Tommaso Di Francesco
qui

il manifesto 7.7.17
«Ci si oppone a Trump lottando per i diritti di migranti e rifugiati»
Intervista a Breanne Butler. «Negli Stati uniti muoiono ancora troppe persone che entrano dal Messico, morti orribili nel deserto. Il 20 giugno abbiamo denunciato anche il Muslim ban trumpiano». «Il vostro paese è molto avanti su parecchi temi, ma in Italia siete in ritardo per quanto riguarda i diritti delle coppie gay: l’adozione non può essere impedita»
Breanne Butler (a destra) ad una manifestazione della "Women's march global"
di Massimo Franchi
qui

Il Fatto 7.7.17
La Rai fa di tutto e di più per bloccare la Gabanelli
L’ex conduttrice di “Report” è pronta a partire con una squadra per rilanciare il servizio pubblico sul web, ma gli ostacoli sono tanti: dalla presidente Maggioni a un pezzo di Cda
di Gianluca Roselli
qui

Il Fatto 7.7.17

Il blitz del governo per aiutare Intesa e salvare il decreto
Banche venete - L’esecutivo tenta di riscrivere in parte il testo poi cede, ma ci riproverà con la fiducia. Più tutele agli obbligazionisti
di Carlo Di Foggia
qui

Repubblica 7.7.17
I bambini umiliati
di Michela Marzano
qui

Il Fatto 7.7.17

Lo strano caso dell’archeologa promossa per esser pensionata
Il colmo del vicedisastro - Irene Berlingò, 65 anni, finita a dirigere la Soprintendenza di Reggio e mandata a casa pochi giorni dopo
di Giampiero Calapà
qui

La Stampa 7.7.17

La “Particella Xi”
Ecco che cosa unisce la materia
Inseguita da anni, l’ha trovata il Cern grazie al Large Hadron Collider Servirà per capire una delle forze fondamentali della natura
di Piero Bianucci
qui

La Stampa 7.7.17

“Così capiamo la forza che lega insieme l’Universo”
di Nicla Pancera
qui

Repubblica 7.7.17
Quel dono stupefacente degli dei agli uomini
di Marco Belpoliti
qui

il manifesto 7.7.17

La memoria riesumata del presente
Diario. 1939-1945, gli anni che hanno segnato l’Italia repubblicana. «L’eredità» di Corrado Stajano
di Marco Revelli
qui

Repubblica.it 04.07.17
Svelato il segreto dell'antica Roma: ''Il super calcestruzzo reso indistruttibile dal mare'' -
di Giacomo Talignani
qui
(si ringrazia Franco Pantalei)
SULLA STAMPA DI GIOVEDI 06.07.17

Radio 3 Scienza 20.6.17
Solo una questione di tempo
Il tempo è un’illusione? Fisici e filosofi si sono lasciati affascinare da questa ipotesi. Ma se è così, da dove nasce la nostra percezione che gli eventi si susseguono in una sola direzione? Lo chiediamo ad Arnaldo Benini, neuroscienziato all’università di Zurigo e autore di Neurobiologia del tempo (Raffaello Cortina, 2017). Con Augusto Vitale, etologo e primatologo all’Istituto Superiore di Sanità, andiamo alla scoperta degli indizi che dimostrano come la nostra idea di tempo sia condivisa da molte altre specie animali.
Al microfono Rossella Panarese
LA TRASMISSIONE È DISPONIBILE QUI




il manifesto 6.7.17
Tra Renzi e Recalcati il nodo non si scioglie
Per lo psicoanalista «seducente» Massimo Recalcati, Renzi è un oggetto significante performante di desideri.
di Giovanni De Plato
qui

Repubblica 6.7.17
L’intervista. Il giurista Vladimiro Zagrebelsky
Si alla legge, ora la tortura è reato
“Niente da festeggiare il risultato è un pasticcio”
“In norme del genere ogni parola deve avere un peso specifico e in questo caso non è così”
di Annalisa Cuzzocrea
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Il Fatto 6.7.17
Tortura, passa la legge “salva forze di polizia”
Guanto di velluto - Anche la Corte europea, che aveva condannato l’Italia per la violenza al G8 di Genova, ha criticato le nuove norme
Tortura, passa la legge “salva forze di polizia”
di Gianluca Roselli
qui

il manifesto 6.7-17
La tortura c’è
Tortura all’italiana
Giustizia. Finalmente il reato entra nel codice, ma la legge è debole. Con soli i voti di mezzo Pd, la camera approva definitivamente un testo che annacqua i principi della Convenzione Onu e sarà difficile da applicare
di Andrea Fabozzi
qui

il manifesto 6.7.17
Non basta che sia nel codice
di Patrizio Gonnella
qui

Corriere 6.7.17
Le lotte fratricide a sinistra
di Paolo Mieli
qui

Corriere 6.7.17
Le occasioni perse della Polonia, il «quinto grande» che manca alla Ue
di Antonio Armellini
qui

Repubblica 6.7.17
l M5S, che aveva imposto la moda, da tempo ha smesso
Addio al mito della finta trasparenza
Direzione senza diretta anche il Pd chiude l’era dello streaming
La decisione su richiesta di Orfini: “No alle passerelle, dobbiamo parlare tra noi”
di Goffredo De Marchis
qui

Corriere 6.7.17
Ue e migranti, la vera sfida è sconfiggere i nazionalismi
di Massimo Franco
qui

Repubblica 6.7.17
La strettoia dello Ius Soli
di Stefano Folli
qui

il manifesto 6.7.17
Per i migranti l’alternativa c’è
di Luigi Manconi
qui

Repubblica 6.7.17
I rilievi di Cantone ignorati dalle Camere
di Liana Milella
qui

Il Fatto 6.7.17
La legge sbagliata che uccide le donne
di Nicola Ferri
qui

La Stampa 6.7.17
Il mancato aiuto dell’Ue aumenta le difficoltà interne del governo
di Marcello Sorgi
qui

La Stampa 6.7.17
In 122 restano in carcere perché mancano i braccialetti elettronici
Pronto il bando del ministero per 12.000 nuovi dispositivi
di Grazia Longo
qui

La Stampa 6.7.17
“Il sovraffollamento non c’entra. Sono i magistrati a non fidarsi”
Il penalista: “È un problema, ma nessuno paga”
qui

Il Fatto 6.7.17
Consip, tutta colpa di Lillo. Perquisizioni e sequestri
La Gdf in redazione - Blitz cortese ma deciso: forzata una cassettiera, portato via il pc. Sottratto il telefono all’ex moglie, finanzieri anche a casa del padre del giornalista
di Vincenzo Iurillo e Antonio Massari
qui

Il Fatto 6.7.17
Dietrofront renziano in Senato, ora il Pd teme l’effetto boomerang
Autogol - L’interrogazione non va in aula oggi, difficilmente prima della pausa estiva
Dietrofront renziano in Senato, ora il Pd teme l’effetto boomerang
di Wanda Marra
qui

Il Fatto 6.7.17
Consip, Vannoni indagato per favoreggiamento: interrogato, l’amico di Matteo Renzi fa marcia indietro
Interrogato il capo di Publiacqua: marcia indietro sulle accuse a Lotti per la soffiata anti-microspie
di Antonio Massari
qui

Il Fatto 6.7.17
La solidarietà dei giornalisti: “Azione chiaramente intimidatoria”
qui

Il Fatto 6.7.17
“Senza la segretezza delle fonti non esiste un’informazione libera”
qui

Il Fatto 6.7.17
Dai fratelli Galileo e Galilei alle lotte intestinali di Firenze
Gli svarioni più esilaranti degli studenti di fronte all’ultima sfida scolastica
Sui banchi – Sono oltre 505 mila gli studenti italiani che stanno affrontando l’esame di Stato
di Tommaso Rodano
qui

il manifesto 6.7.17
Utopie reali in attesa del sole dell’avvenire
Erik Olin Wright. Intervista al presidente dell’Associazione statunitense di sociologia. Docente all’università del Wisconsin è diventato l’animatore di un progetto globale di alternativa al capitalismo, sostenendo che Uguaglianza, libertà, partecipazione devono diventare i principî guida di cooperative, economia solidale, istituzioni e esperienze di mutuo soccorso
di Devi Sacchetto
qui

il manifesto 6.7.17
Se la psicanalista vuole essere dea. Un gioco di doppi tra le ossessioni
Serie tv. «Gypsy», la nuova serie targata Netflix di Lisa Rubin
di Mazzino Montinari
qui

ANSA.it 06.07.17
Sicuri i primi vaccini anticancro personalizzati
Colpiscono al cuore le mutazioni e non danneggiano le cellule sane
qui
(si ringrazia Elisa Mariani)
LA RASSEGNA DELLA STAMPA DI MARTEDI 04.07.17

ANSA.it  03.07.17
Viste nel cervello le spie dell'anoressia
Alterano la comunicazione fra aree diverse e la percezione del corpo
qui
(si ringrazia Elisa Mariani)

La Stampa 4.7.17
Condannato per pedofilia ritorna a dire messa
di Riccardo Arena
qui

La Stampa 4.7.17
“Pisapia alleato naturale,
Renzi non ha mai chiuso
Discutiamo di programmi”
Madia: “Ci aiutino, fuori dalla logica Matteo sì-Matteo no”
di Francesca Schianchi
qui

Il Fatto 4.7.17
Pisapia è l’uomo del “quasi”: quasi tutto, quasi niente
di Andrea Scanzi
qui

Corriere 4.7.17
«Buone idee nei due campi Ma tra Matteo e Insieme un accordo è impossibile»
di Aldo Cazzullo
qui

Repubblica 4.7.17
Massimo Zedda
“Pisapia ignori chi gli consiglia di rompere”
Giovanna Casadio
qui

il manifesto 4.7.17
Sinistra, la lista unita si può ancora fare
Sinistra. E la legge elettorale aiuta a scansare il rischio di essere minoritari o integrati. Parlare di centrosinistra crea solo disorientamento. Non c’è più alcun «campo» che possa definirsi così perché Renzi ha privato il Pd di qualsiasi sistema di alleanze. D'altra parte si deve dichiarare da subito la totale disponibilità a mettersi in gioco, dopo le elezioni, per contrattare il possibile programma di governo. Per rispondere a chi teme una deriva minoritaria
di Antonio Floridia
qui

La Stampa 4.7.17
Franceschini adesso prende tempo
i renziani provano a evitare la rottura
di Alessandro Di Matteo
qui

La Stampa 4.7.17
L’inevitabile rifiuto dell’Eliseo
di Stefano Stefanini
qui

il manifesto 4.7.17
Migranti, il gran rifiuto di Francia e Spagna alle richieste italiane
Immigrazione. Macron: «Indispensabile mantenere le nostre frontiere». Oggi la Commissione Ue discute dell’emergenza nel Mediterraneo
di Carlo Lania
qui

Corriere 4.7.17
Xi-Putin, prove di alleanza Messaggio agli Usa di Trump
di Guido Santevecchi
qui

Repubblica 4.7.17
Via alle nuove regole Fino a 15 giorni di carcere anche per chi lo intona ai funerali e negli spot
Niente mano sul cuore e guai a stonare Pechino fa arrestare chi sbaglia l’inno
di Angelo Aquaro
qui

Repubblica 4.7.17
Manconi
“Siamo lontani dal testo Onu si rischia l’incostituzionalità”
di Liana Milella
qui

Repubblica 4.7.17
Dall’antica Grecia a oggi
Straniero, ospite o nemico cosa ci insegna la Storia
di Marino Niola
qui

Repubblica 4.7.17
Da Ipazia a Anna Politkovskaja È boom editoriale per le biografie al femminile destinate ai ragazzi e che fanno ricorso con successo al crowdfunding
Il coraggio delle donne raccontato ai più piccoli
di Claudia Morgoglione
qui

il manifesto 4.7.17
Retata dell’esercito israeliano e dello Shin Bet contro la sinistra palestinese
Cisgiordania. Prese di mira di mira Khalida Jarrar, parlamentare e dirigente di primo piano del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), Khitam Saafin, presidentessa del Consiglio dell’Unione delle donne palestinesi
di Michele Giorgio
qui

il manifesto 4.7.17
Einstein e Croce due lettere del 1944  Divano. La rubrica settimanale a cura di Alberto Olivetti  
qui
Qui di seguito la Rassega Stampa dal 18.06.17 al 24.06.17

CINA
Come la Cina vede il mondo nell’era Trump
Medium Corporation 16.06.2017
How China Sees the World in the Age of Trump
An interview with Shi Yinhong, advisor to the Chinese State Council.
di Amy Studdart
Reportage dalla frontiera tra Mongolia e Cina
The New York Times 18.06.2017
Mongolian Warriors and Communist Soldiers: A Frontier Town in China
di Edward Wong
Il Pcc e le industrie di Stato: dei 40 milioni di lavoratori, 10 milioni sono membri del partito
South China Morning Post 17.06.2017
How the Communist Party controls China’s state-owned industrial titans
di Wendy Wu
L’ennesimo magnate cinese in fuga negli Stati Uniti…
China Daily 17.06.2017
China initiates new public prosecution on Guo Wengui's company
South China Morning Post 18.06.2017
From Kaifeng to New York, fugitive Chinese tycoon has long list of legal woes
di Nectar Gan
Nuove professioni cinesi: cacciatori di “amanti dissipatrici”…
The New Yorker 26.06.2017

China’s Mistress-Dispellers

How the economic boom and deep gender inequality have created a new industry.

Comunicaffè 21.06.2017
Tè: ecco come i maestri cinesi lavorano con arte
China Files 21.06.2017
Agli imprenditori cinesi conviene l’automazione
Agi China (Radio Radicale) 21.06.2017
Il veto della Grecia all'azione dell'Unione europea presso l'ONU, per il rispetto dei diritti umani in Cina
di Valeria Manieri
MONDO
Le Point 19.06.2017
Législatives 2017: victoire historique des nationalistes en Corse
di Julian Mattei
La diplomazia post coloniale sul banco degli imputati
L’Obs (Le Nouvelle Observateur) 19.06.2017
Biens mal acquis: l’incroyable fortune du fils du dictateur guinéen en procès à Paris
di Caroline Michel
L’oppositore di Putin. Il ritratto in due minuti e mezzo….
Le Monde 15.06.2017
Qui est Alexei Navalny?
Coppa America: aumenta il vantaggio del team New Zealand (video)
Le Monde 18.06.2017
America’s Cup : les Kiwis prennent l’avantage
CULTURA
Trump è Giulio Cesare, a teatro… Conservatori su tutte le furie
NPR 18.05.2017
Julius Caesar Production Closes, But Debate Over Art And Politics Likely to Rage On
di Vanessa Romo
La Biblioteca Augusta…
Il Mulino 16.06.2017
Miseria e nobiltà delle biblioteche
di Marino Freschi
POLITICA E SOCIETA’
L’ambigua situazione di Macron
Aspeniaonline 19.06.2017
Il presidente senza opposizione e la sua strada in salita
di Riccardo Pennisi
I risultati di un sondaggio della Reuters
Primaonline 19.06.2017
Il giornalismo non morirà, ma…
SCIENZA E MEDICINA
Radio 3 Scienza 19.06.2017
(intervista a Anna Pompili su Contraccezione - L’Asino  d’oro edizioni)
Inconcepibile
di Pietro Greco
Le sparatorie, terza principale causa di morte dei bambini negli Stai Uniti
LiveScience 19.06.2017
Shooting Are Now the 3rd-Leading Cause of Death in Us Kid
di Agara Blaszczak-Boxe
Ebola e la cicatrice nell’occhio …
LiveScience 16.06.2017
Ebola Leaves Unique Scar Inside Survivors’ Eyes
di Rachael Rettner
https://www.livescience.com/59525-ebola-eye-scar.html?utm_source=ls-newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=20170619-ls



Pagina 99 24.6.17 
Perché far votare i sedicenni
Più affluenza, impegno, partecipazione. I risultati di una ricerca di Oxford
qui

Pagina 99 24.6.17 
Sii radicale piacerai ai giovani
Consenso | Da noi i 5 Stelle e poi la Lega. All’estero Bernie Sanders, Mélenchon e Le Pen, Corbyn... Per sedurre le nuove generazioni è necessario essere “estremi”
di Flavia Guidi
qui

Pagina 99 24.6.17
 
la Cina è obesa
qui 

Pagina 99 24.6.17 
Tech americane ombre cinesi
qui

Pagina 99 24.6.17 
Una Repubblica popolare di automi
Fabbrica 4.0 | La Cina vuole produrre 400 mila robot industriali entro il 2030. Nel frattempo acquista know-how e aziende estere leader nel settore
qui


Pagina 99 24.6.17 

Fiumi (cinesi) di plastica
Inquinamento | L’86 per cento della celluloide degli oceani proviene dall’Asia
qui


Pagina 99 24.6.17

Se la sinistra liberale non sa parlare agli esclusi
qui

Pagina 99 24.6.17 
I terroristi sono dei dementi?
qui 


Pagina 99 24.6.17

Il potere logora il cervello di chi ce l’ha
Studio | La morale di chi fa attentati è simile a quella dei neuropaticiqui

qui

Pagina 99 24.6.17 

RICERCA il tempo diverso dei bilingue
qui

Pagina 99 24.6.17 

Bimbi, imparate da Stalin e Mao
Dibattiti | Esce in America Communism for kids. Bollato da decine di recensori come una vergogna. Peccato che, al di là del titolo, si tratta di una critica
qui

Internazionale 24.6.17

RUSSIA Condannate le norme sui gay
qui

Internazionale 24.6.17

Cina Giappone Stop ai prestiti online
Caijing, Cina

qui

Internazionale 24.6.17

Un linguaggio complesso
di Nathaniel Herzberg, Le Monde, Francia
qui

SULLA STAMPA DI DOMENICA 02.07.17


Il Fatto 2.7.16
Protesta in piazza
I lavoratori dell’Unità chiusa: “Il partito ci ha abbandonato”
Ci sono anche i giornalisti de L’Unità in piazza Santi apostoli a Roma, tra i partecipanti alla manifestazione della sinistra di Giuliano Pisapia. “L’Unità è stata completamente abbandonata. Siamo senza lavoro e senza stipendio da maggio e non abbiamo la cassa integrazione”, dice uno di loro.
I cronisti lamentano anche il fatto di non essere stati coinvolti nel lancio di “Democratica”, la nuova testata online del Pd.
“Di “Democratica” lo abbiamo saputo da un post, non siamo stati assolutamente coinvolti, insomma oltre al danno la beffa, evidentemente Renzi voleva liberarsi di noi”, accusano i giornalisti esibendo una pagina dell’Unità che titola “Rottamati dal Pd: Renzi lancia un nuovo giornale e dimentica i lavoratori de l’Unità”.
In prima pagina la foto del fondatore, Antonio Gramsci e la didascalia recita: “E’l’iniziò e Matteo Renzi la fine”. Il segretario del Pd dice che la proprietà è privata. “Il Pd ha il 20% delle quote, anche Renzi ha delle responsabilità, non può dire che è in mano ai privati: ha abbandonato 35 famiglie”, rispondono i lavoratori.

Corriere 2.7.17
Lo storico dell’arte
Montanari: era tutto deciso, inutile andare
intervista di Giuseppe Alberto Falci «La casa comune della sinistra si costruisce dalle fondamenta e non dal tetto». Da pochi minuti si è conclusa la manifestazione di Giuliano Pisapia nell’evocativa piazza Santi Apostoli, ma Tomaso Montanari, storico dell’arte e animatore della campagna del No al referendum costituzionale, non solo non ha partecipato ma ne critica l’approccio «leaderistico».
Professore Montanari, in particolare a cosa si riferisce?
«È stato già deciso tutto: leader, programmi. Non servono happening , ma luoghi dove si discute e poi si decide insieme».
È una critica feroce a Pisapia e a Bersani.
«Lo dico con nessuna simpatia per la rottamazione. Vedo la stessa classe dirigente che era già alla guida del Paese quando io frequentavo il liceo. Il fatto che l’Italia sia un Paese diseguale non dipende soltanto da Matteo Renzi. Penso, ad esempio, alla precarizzazione del lavoro. L’ha fatta Renzi o il ministro Treu dei governi di centrosinistra?».
Cosa non ha condiviso dell’intervento dell’ex sindaco di Milano?
«Chiede di fare autocritica a Renzi. Ma molti di noi si chiedono quando Pisapia farà autocritica sul suo Sì al referendum».

il manifesto 2.7.17
«Insieme», una casa tanto carina. «Discontinui», ma solo col passato prossimo
Sinistra. Aria di centrosinistra che fu, nella piazza (ristretta) di Pisapia. Dominano le bandiere Mdp. Bersani: basta arroganza
di Micaela Bongi
qui

il manifesto 2.7.17
«Insieme» ma non troppo, sintonia con i temi del Brancaccio, troppe ambiguità sulla lista unitaria
di Andrea Colombo
qui

il manifesto 2.7.17
«Giudizio sospeso, ma per fare una alleanza serve una svolta sul programma»
di Massimo Franchi
qui

Il Fatto 2.7.17
Pisapia predica: “Soli si perde”. Renzi sfida: “Non mi fermate”
Esordio a Roma per l’ex sindaco di Milano che invoca un centrosinistra unito ma ormai i ponti col Pd sono saltati anche se lo scontro non è mai frontale
di Luca De Carolis
qui

il manifesto 2.7.17
Renzi contro i “nostalgici”, dentro e fuori il Pd
Il segretario a Milano prova a rubare la scena alla piazza di Pisapia: "Guardiamo al futuro, non a un passato meraviglioso che non è mai esistito". E manda un messaggio a Franceschini: rispondo agli elettori delle primarie non ai capi corrente. Contro le "polemicucce" anticipa la direzione
di Andrea Fabozzi
qui

La Stampa 2.7.16
Sindaci, jeans e zero bandiere
“No a operazioni nostalgia”
L’ex premier: “Piazza Santi Apostoli non per l’Italia ma contro di noi”
di Alberto Mattioli
qui

La Stampa 2.7.17
Duello a distanza
Va in scena il dualismo tra Renzi e Pisapia
Il leader Pd: non ci frma nessuno
L’ex vice sidaco di Milano “Qui la nostra casa comune”
di Alessandro Di Matteo
qui

La Stampa 2.7.17
Palloncini rossi, vecchi vessilli
“Finita l’era del giglio magico”
Ovazione per Bersani. E D’Alema: “Soli alle elezioni, poi dialogo col Pd”
di Francesca Schianchi
qui

La Stampa 2.7.16
Il sabato infuocato della sinistra tra Renzi e Pisapia
di Federico Geremicca
qui

Corriere 2.17.17
La piazza di Bersani e Pisapia «Nuovo nome e casa comune»
L’ex sindaco: Imu e articolo 18 un errore. Bersani: il Pd è divisivo. E D’Alema: al voto da soli
di Monica Guerzoni
qui

Corriere 2.7.17
Il blitz di Orlando (lontano dal palco): se si parla di contenuti distanze colmabili
di Monica Guerzoni
qui

Corriere 2.7.17
Amendola: io con Giuliano ma non correrò
di Stefania Ulivi
qui

Corriere 2.7.17
Tutte le anime della sinistra tra dissidenti pd e bandiere In scena l’eterna nostalgia
di Pierluigi Battista
qui

Corriere 2.7.16
Tutti gli addii nella base pd
Da Lombardia a Puglia e Calabria i casi di amministratori e iscritti che hanno lasciato dopo il voto
di Riccardo Bruno
qui

Repubblica 2.7.17
L’ex premier a Milano per la convention dei circoli “Parlo con tutti, non mi fermo davanti a nessuno” A Roma il debutto di Insieme: “La nuova casa comune”
Duello nel centrosinistra tra Renzi e Pisapia “Senza Pd solo sconfitte” “Da solo non puoi vincere”
di Giovanna Casadio
qui

Repubblica 2.7.16
Come vorrei che Matteo e Giuliano fossero presi da incantamento
di Eugenio Scalfari
qui

Repubblica 2.7.17
Nel luogo simbolo delle vittorie dell’Ulivo e dell’Unione si ritrovano ventenni pieni di speranza che arrivano dalla provincia ed esponenti della vecchia guardia del centrosinistra
In piazza il popolo del nuovo partito “E ora più cattivi contro i renziani”
di Annalisa Cuzzocrea
qui

Repubblica 2.7.17
La paura di una vittoria delle destre può aiutare un’intesa tra segretario e ex sindaco in vista delle regionali in Sicilia e della legge elettorale
Ira dem: troppe provocazioni Ma i mediatori ora lavorano su un incontro a settembre
di Carmelo Lopapa
qui

Repubblica 2.7.17
Massimo Cacciari.
“Renzi ha capito che una coalizione con Bersani e Pisapia rischia di far perdere voti al Partito democratico”
“Sinistra impotente attenti al pericolo della nuova destra”
di Alessandra Longo
qui

Repubblica 2.7.17
Luigi Zanda.
“L’Italia dal dopoguerra a oggi è sempre stata governata da alleanze e di certo sarà così anche nella prossima legislatura”
“C’è ancora tempo per un accordo tra Matteo e Giuliano”
di Liana Milella
qui

Il Fatto 2.7.17
“Meno male che c’è Bersani”, l’unico che attacca Matteo
L’ex segretario punta allo scalpo dell’ex premier e fa esplodere la folla. D’Alema spettatore, ancora una volta
“Meno male che c’è Bersani”, l’unico che attacca Matteo
di Fabrizio d’Esposito
qui

Il Fatto 2.7.16
La politica che ignora l’astensione
Cosa ci insegnano i ballottaggi - Con i seggi deserti, crescono la protesta, il cinismo e il degrado sociale
La politica che ignora l’astensione
di Salvatore Settis
qui

il manifesto 2.7.17
Una Londra-Labour, in centomila contro l’austerity di May
Gran Bretagna. Il leader laburista in mezzo a insegnanti, pompieri, impiegati chiede che l’inchiesta Grenfell si allarghi a tutta l’edilizia popolare. Nel mirino della manifestazione «Non un giorno di più» privatizzazioni e tagli ai servizi. E La logica social-darwinista imposta dalla premier conservatrice la fa crollare nei sondaggi
di Leonardo Clausi
qui

il manifesto 2.7.17
«Corbyn deve prepararsi a governare»
Gran Bretagna. Intervista a Paul Mason, economista e attivista pro-Labour: «La middle class globalista ha visto che solo i laburisti discutevano di giustizia sociale e migranti con la classe lavoratrice pro-leave»
di Leonardo Clausi
qui

il manifesto 2.7.17
Decostruito il mito di Israele
Guerra dei sei giorni. Sulla base di inedite fonti d’archivio ancora sotto segreto, Ahron Bregman mostra le tappe successive dell’occupazione, nei suoi effetti sui popoli dei Territori: «La vittoria maledetta», da Einaudi
di Massimiliano De Villa
qui

Il Fatto 2.7.17
“Con 2,2 miliardi all’anno si può fare vera accoglienza”
Milena Gabanelli - La giornalista: “Fa bene il Viminale a spendersi sul fronte libico”
di Stefano Feltri
qui

Il Sole Domenica 2.7.17
Marina Cvetaeva (1892-1941)
Contro i pifferai della rivoluzione
La musica, l’arte più amata dalla poetessa russa fieramente avversa al regime sovietico, si fa strumento di potere
di Serena Vitale
qui

Il Sole Domenica 2.7.17
L’evoluzione del populismo
La rivolta degli inclusi
Marco Revelli analizza il decorso della malattia della democrazia: ieri lotta di classe, oggi frustrazione dei vecchi privilegiati
di Remo Bodei
qui

Il Sole Domenica 2.7.17
Comportamento antisociale
Non è tutta colpa del gene
L’assenza di sintesi dell’enzima MAO-A induce all’aggressività.
Ma se l’ambiente è sano non c’è aumento di rischio
di Pietro Pietrini
qui

La Lettura del Corriere 2.7.17
Il califfo Adamo nel paradiso dei jihadisti con i crociati
di Amedeo Feniello
qui

La Lettura del Corriere 2.7.17
«È ora di ritradurre mio padre Ezra Pound»
di Giancarlo Riccio
qui

La Lettura del Corriere 2.7.17
Ragione e sentimento Il pensiero di Rovelli
di Antonio D’Orrico
qui

La Lettura del Corriere 2.7.17
I testimoni della foresta
La preghiera degli ultimi Yanomami
I cercatori d’oro ci distruggono, aiutateci
In sette anni sono morti ventimila Yanomami
di Angelo Ferracuti
qui